That's my blog… Life and Linux

Flash Player 9.0 per Linux – La versione ufficiale è giunta!

Tux flashDopo il rilascio di due beta del player e del plugin per Flash 9, Adobe ha finalmente rilasciato oggi la versione stabile (9.0.31.0) del plugin per browser Netscape-compatibili mentre non ci sono notizie sul player standalone rilasciato in tutte le precedenti occasioni…
In questa nuova versione ufficiale attesa da anni (considerando che la precedente versione stabile era una 7.x) c’è stata un’ottimizzazione dell’ultima beta che già di per sé si comportava egregiamente (per lo meno nel mio caso); tuttavia per ulteriori informazioni vi rimando alle Release Notes che contengono anche un changelog minimale…
Quello che possiamo dire (e confermare) è che con questo rilascio i pinguini navigatori non si sentiranno più “ufficialmente” discriminati nella giungla del Web2! 😉

Per installarlo potrete usare l’installazione (manuale) a partire dagli archivi di adobe o dagli rpm presenti nella pagina di rilascio; se invece usate Ubuntu potrete semplicemente aggiungere il mio repository in lista, quindi dovrete fare:

sudo apt-get install flashplugin-nonfree
sudo apt-get install flashplayer-nonfree # solo se volete gflashplayer versione beta

Ad ogni modo, vi linko anche direttamente il pacchetto appena sfornato (per edgy, ma è disponibile anche su dapper):

Come saprete, purtroppo, Adobe (seppur stia collaborando a progetti come swfdec) non è interessata a rilasciare i sorgenti del plugin flash, quindi possiamo averne solo una forma binaria per 32bit… Gli utenti di distribuzioni a 64bit possono sfruttare la potenza di nspluginwrapper come indicato in questo utilissimo post .

Vi ricordo ancora che per notificare un problema o fare delle richieste dovrete segnalarlo ad adobe tramite l’apposito Form, questo non potrà che aiutare gli sviluppatori!

Gestire il risparmio energetico su Xorg

Xorg ScreenTreviño: «Nuovo articolo di un “contribuente”: Ciso
Mi presento, con un mio primo e minimale "articolo" 🙂
Come comandare il risparmio energetico dal file xorg.conf. Ci sono varie cose in giro per internet, ma nessuna che spieghi davvero come fare. Editando il file xorg.conf, bypasseremo tutte le impostazioni sul risparmio energetico impostate tramite interfaccia grafica, per tornare alla situazione precedente, basterà commentare le righe che andremo a inserire, oppure eliminarle direttamente.

Partiamo

sudo gedit /etc/X11/xorg.conf      # Usate kwrite o altro editor in {k,x,ed}ubuntu

Aggiungiamo le linee (anche alla fine):

Section "ServerLayout"
    Option  "BlankTime"  "5"  # Oscura lo schermo dopo 5 minuti (Fake)
    Option  "StandbyTime"  "10"  # Spegne lo schermo dopo 10 minuti (DPMS)
    Option  "SuspendTime"  "20"  # Sospende dopo 20 minuti
    Option  "OffTime"  "30"  # Spegne dopo mezz’ora
EndSection

La spiegazione di quello a cui serve ogni riga, è commentato subito dopo, ma quello che in realtà serve a noi sono i primi due valori, ovvero lo schermo nero (ma sempre acceso, appunto "Fake"), e il vero spegnimento dello schermo (quello via DPMS). Le due voci successive (SuspendTime e OffTime), a noi non servono, e quindi possiamo impostare valore 0.

Option  "SuspendTime"  "0"
Option  "OffTime"  "0"

In questo modo agiremo SOLO sullo spegnimento dello schermo. Chiudiamo e salviamo il nostro file.
Per controllare se le modifiche hanno avuto effetto, tigitiamo in un terminale:

xset dpms force standby

Se tutto è andato bene, lo schermo dovrebbe spengersi. Altrimenti, editiamo di nuovo il file xorg.conf, e alla voce:

Section "Monitor"
# […]
EndSection

aggiungete:

Section "Monitor"
# […]
Option "DPMS"
EndSection

Chiudete e salvate, adesso, digitando lo stesso comando di prima dovreste riuscire ad avere lo schermo spento. A questo punto il vostro “splendido” xorg.conf stà già funzionando!

Spero di esservi stato utile! 🙂

Ciso 

GRUB, We Have (had) a problem

ubuntu grub splashIeri sera, proprio prima di postare qui, ho deciso di dare una riavviata al mio notebook (cosa che succede ben poche volte alla settimana) approfittando del fatto che avevo richiuso tutto quello che prima “regnava” nel mio desktop berylliano… Tuttavia, durante quella che dovrebbe essere un operazione "standard" mi è successa una cosa che definisco tuttora come «inspiegabile»!
Inanzi tutto, dopo aver dato comando di spegnere il PC da KDE, usplash pareva immobile (= tutto taceva e non venivano eseguite le operazioni di spegnimento)… Sono quindi andato alla tty1 (con CTRL+ALT+F1) e da lì ho dato un bel sudo halt per forzare lo spegnimento…

Come la logica suggerisce ho riacceso subito il PC, ma subito dopo la schermata del bios, quello che mi ha accolto è stata una “splendida” schermata nera leggermente «abbellita» da un "_" bianco in alto a sinistra. Tutto taceva! 😮

Beh, lo so che abbiamo un vero Sistema tra le mani che possiamo controllare in ogni suo aspetto e che per questo non dobbiamo intimorirci, però lì per lì la cosa non mi è piaciuta tanto… Temevo infatti, più che altro, che fosse un problema del notebook (o del suo bios, che ha fatto traballare già altre persone); mi sono quindi messo subito a cercare in casa dei CD live (di ubuntu) per testare il boot… Vedendo però che il CD veniva lanciato regolarmente, sono giunto rapidamente alla conclusione che fosse un problema di MBR visto che l’HD non veniva nemmeno "interpellato" e che grub proprio non saltava fuori…

Definite la diagnosi, ora passiamo alla soluzione che vale per reinstallare GRUB in qualsiasi sistema GNU/Linux…

  • Prendete quindi una distribuzione linux in formato LiveCD (LiveDVD, LiveUSB, Live…) a vostra scelta ma che contenga al suo interno GRUB (Ubuntu LiveCD è perfetta ma vanno bene tante altre).
  • Una volta avviato il sistema d’emergenza (magari dopo aver montato il vostro HD per controllare che sia a posto), aprite un terminale quindi entrate nella shell di GRUB lanciando il seguente comando:

sudo grub  # In Ubuntu va usato il sudo, in altre distro dovrete accedere da root

  •  A questo punto, se conoscete la periferica/partizione di boot usata tenetevela a mente, altrimenti è possibile ritrovarla facilmente con

find /boot/grub/stage1

  • Vi dovrebbe venir fuori un valore tipo (hd0,2) che dovrete riusare nei comandi successivi; per restare "super partes" io lo chiamerò (hd#,§). Sostituitelo col vostro valore 😉
    Nel caso abbiate più partizioni in cui sono presenti differenti sistemi Linux basati su grub, potreste anche ottenere più risultati… In tal caso dovete ricordarvi la partizione giusta, magari provando a montarla…
    Fate attenzione che questo non corrisponde al nome della periferica usata su linux, infatti tornando all’esempio, (hd0,2) corrisponde a /dev/hda3; (hd1,0) a /dev/hdb1 e così via…

    Detto questo, continuate con i comandi da eseguire per completare il la reinstallazione:

root (hd#,§)            #esempio: root (hd0,2)
setup (hd#)             #esempio: setup (hd0)
quit

Fatto! Adesso la vostra MBR è tornata ad essere “dominata” dal GRUB ed al riavvio avrete di nuovo tutto come prima…

Mi sono sentito in dovere di riscrivere questo visto che la soluzione adottata tempo addietro non è più valida con i CD di dapper/edgy (e successivi?!); usare grub-install /dev/periferica invece non mi ha funzionato né in passato né ieri sera… Mi è parso quindi doveroso pubblicare una soluzione che dovrebbe essere universale e definitiva

Ciao! :bye:

PS: A quanto so, questa guida dovrebbe tornare utile a tutti quegli infedeli che installeranno Vista sui propri PC! Quindi, cari “peccatori”, ecco a voi un modo facile e veloce per redimervi da ogni colpa concedendo di nuovo a Linux la possibilità di avviarsi… 😀

Conky, un System Monitor davvero minimale

Treviño: «Eccovi il nuovo articolo di Nardin»

Conky preview

Vi parlerò di conky, un System Monitor minimale (quasi testuale direi) ma con un’estensibilità praticamente infinita.

Inanzitutto installiamolo sulla nostra debian (ubuntu e derivate varie) da root/sudo con apt-get install conky

Prima di avviarlo, configuriamolo in maniera single-user. Vale a dire copiamo il file di configurazione nella nostra home, così facendo:

zcat /usr/share/doc/conky-1.4.0-r1/conkyrc.sample.gz >> ~/.conkyrc #Sostituite 1.4.0-r1 con la vostra versione di Conky

Con questo comando abbiamo semplicemente decompresso il file di configurazione standard dalla directory di documentazione, e l’abbiamo inserito nella nostra home

Digitate adesso lanciate conky dal vostro terminale e comparirà sul vostro desktop la sua schermata, che mostrerà tutte le informazioni. Come modificarlo??? Eheh, ve l’avevo detto che è minimale. Editate il file ~/.conkyrc, troverete una serie di parametri abbastanza intuitivi di cui qui la spiegazione dettagliata.

E’ inutile dirvi che una volta modificata la configurazione, dovete riavviare conky….

Un aiutino posso però darvelo. Ad esempio:

Text alignment, other possible values are commented
alignment top_left
alignment top_right
alignment bottom_left
alignment bottom_right
alignment none

decommentate la riga che vi interessa riguardo la posizione di conky sul vostro desktop.

Gap between borders of screen and text
same thing as passing -x at command line

gap_x 12

gap_y 42

questi due invece sono i valori di coordinate di conky sul vostro desktop (il valore 0 dipende da dove avete allineato la finestra)

E così via; è presente l’intervallo di update, lo sfondo trasparente, il colore, e altri parametri. Infondo al file ~/.conkyrc troverete poi il template di conky.

Potete trovare alcuni template comprensivi di screenshot a questa pagina.
Eccovene qualcuno per darvi una idea:

conky-std conky-folding conky-drphibes

Questi in particolare sono stati moddati con script particolari, che detto in breve, non fanno altro che popolare un file di testo che verrà poi letto da conky (info per xmms, gmail, wether forecast, ecc..).

Dilungarmi su questo sarebbe un po’ difficile, ma googlando un po’ troverete di sicuro guide esaurienti 😉 

Nardin

La lotta dei sistemi operativi a TG3 Scenari – Linux? Presente!

Compiz al TG3Ieri, mentre ero a pranzo con i miei circondato dal solito sottofondo televisivo, una strana parola proveniente dalla “scatola nera”, su cui era in onda il TG3, è giunta al mio orecchio facendomi subito sobbalzare: LINUX!
Beh, lo so che è accaduto anche di recente che si parlasse di pinguini in TV (in tal caso era il TG1), ma non è che ci si faccia così tanto l’abitudine visto che ancora ci possiamo considerare una minoranza dentro ad un ambito (quello informatico) che viene normalmente ignorato o al massimo trattato con superficialità dai [nostri] media…

Ad ogni modo, era tutto vero; la rubrica "Scenari" del TG3 curata da Roberto Reale ha trasmesso ieri un breve reportage in cui si parlava della «guerra degli OS» definendo per ogni "prodotto" il proprio target… Questa la presentazione ufficiale:

Il 90 per cento degli utenti di computer usa Windows e la Microsoft sta per lanciare il nuovo sistema operativo "Vista". Ma crescono nel mondo i rivali, come Linux, sistema operativo gratuito. Se ne parla a Scenari, la rubrica di tecnologia e società a cura di Roberto Reale.

Per chi non avesse visto il servizio o per chi lo vorrebbe rivedere, mi pare opportuno linkare il video che ho ripubblicato su YouTube. Altrimenti potete vederlo in streaming (formato Real Media) con il vostro player da questo indirizzo (usate invece mplayer -dumpstream <url> per scaricarlo)

Al di là del fatto che si è trattato troppo bene Vista, imho (senza ricordare per esempio, che l’unica retrocompatibilità l’avrà con i virus, e senza sottolineare che non ha poi tutte queste innovazioni rispetto a quello che già esiste su Linux, Mac OS X & co.), per quanto riguarda le considerazioni generali il servizio mi è parso fatto abbastanza bene definendo più o meno il target di ciascun OS (omettendo che spesso non è prorpio una scelta)…
Tralasciando cosa si è detto sugli altri sistemi, la nostra parte l’ha retta un fantomatico “uomo Linux” che si è poi rivelato essere Alessio Porcacchia – guru della sicurezza informatica nonché esperto di sistemi unix – che era anche già stato intervistato (come tutti gli altri "ospiti") per un precedente servizio del tg3 risalente a novembre 2006. Seppur sia stato evidentemente tagliato e seppur di cose da dire ce ne sarebbero un sacco, alla fine è stato importante sottolineare come ormai il pinguino faccia il suo lavoro egregiamente anche a livello desktop!

Unica cosa che ora mi sento di criticare è il fatto che si continua a definire Linux come il «sistema operativo gratuito» invece che il «sistema operativo libero»! Tra le righe lo si è forse inteso, ma dirlo esplicitamente non mi pareva una cosa sbagliata…!

Infine, ultima chicca… Non so se l’avete notato, ma è stato mostrato il cubo di Compiz / Beryl! Per poco, ma chi lo conosce l’ha sicuramente notato subito! Nel caso ve lo siate perso riguardate il video paragonandolo con l’immagine in cima a questo post!
Purtroppo, anche in questo caso, non è stato enfatizzato troppo, ma mi accontento lo stesso! 🙂

Bye!

Make your desktop looks like a “Murrina”!

Treviño: «A voi un nuovo contributo “esterno”, questa volta ad opera di iAc alias LizardKing che introduce per la prima volta in questo blog aspetti legati a gnome ed al suo look»

Murrine Screen Ecco uno dei miei due “best gift for Xmas” – “bei regali” del passato Natale, naturalmente in versione opensource. Questo post prende infatti frutto da uno precedente dell’ormai andato Natale 2006 arricchito di ulteriori informazioni e novità 😉

Volevo presentare la nuova release, rilasciata pochi giorni or sono, del “gioiellino” Murrine (GTK2 Cairo Engine per Gnome), scritto dall’italianissimo Andrea "Cimi" Cimitan. Questo motore GTK per gnome mira a dare un tocco stile vetro di Murano (da qui appunto il nome «Murrine», plurale di «Murrina») al vostro desktop del piede nero garantendovi personalizzazioni e velocità senza paragoni.

Seppur si parli di un progetto ancora piuttosto recente, la nuova versione 0.40.1 risulta già molto matura; ecco la lista dei cambiamenti di Murrine (che mi ha trafugato Cimi stesso) e ora ufficiali:

Changelog:
0.40.1
===
* Fixed few crashes of 0.40 (Brasero for example)
* Fixed all memory leaks founded (thanks to gnome developer benzea for the valgrind test)
0.40
===
* New checkboxes and radio, completely rewritten with some ubuntulooks inspiration (and with new bugfixes). An Xmas gift for my friend Iacopo Masi 🙂
* New glazestyle, with "beryl/emerald" hilight (glazestyle = 4)
* New glazestyle, with topleft-center-topright hilight (glazestyle = 3)
* New listview style, with dots! An Xmas gift for my friend MacSlow 🙂 (listviewstyle = 1)
* New scrollbar style, you can enable/disable handles on other styles (scrollbarstyle = 2,4,6)
* New scrollbar style, with horizontal Stripes (scrollbarstyle = 5,6)
* New scrollbar style, with diagonal Stripes (scrollbarstyle = 3,4)
* New scrollbar style, with Circles. Thx to my friend Clarkkent/UnforgivenII (scrollbarstyle = 1)
* New listviewheader style, "raised" one (listviewheaderstyle = 2)
* Fixed "arrow bug" in nautilus
* Lot of code rewritten, fixed gtk-engines bug #326249
* Fixed macmenu patches (–enable-macmenu at the configure)
* Other fixes

Un po di screenshot:

Murrine 0.4 Screenshot Murrine 0.4 Screenshot
(Murrine in Action! Click per ingrandire…) 

I cambiamenti sono effettivamente molti e si passa da radio e chechbox completamente riscritte in stile ubuntulooks, pur rimanendo sempre sulla base del vetro di Murano; nuovi stili del glaze per integrare meglio i temi di beryl; possibilità di scegliere la decorazione delle scrollbar (striped, orizontal striped, dots, handler – a mio avviso il cambiamento migliore) e inoltre un’ aggiunta di dots per quanto riguarda le colonne/tabelle nei form delle GTK.

L’ultima versione di Murrine è scaricabile tramite sorgenti (molto facili da compilare) dal sito dell’ autore oppure per chi usa Ubuntu vi è un repository specifico (c’è da dire che è molto piu down che up questo server, comunque trovate tutto anche nel Treviño’s Repository); basta quindi fare sudo apt-get install gtk2-engines-murrine per installare il motore di Murrine.
Per chi invece volesse solo il deb da installare su Edgy lo può scaricare da qui.
 
Una volta installato il Gtk engine è necessario installare dei temi che sfruttino tale motore per abbellire (e velocizzare!) il vostro desktop, il tutto tramite il relativo pannello di controllo Temi di Gnome; ciascun tema viene ora denominato «Murrina» (al singolare) ed ormai si trovano murrine un po’ ovunque vista la grande popolarità raggiunta dal laovoro di Cimi; ad ogni modo vi cito le fonti di stili più importanti:
Questo progetto oltre ad essere molto originale è uno dei miei preferiti, non solo perchè riesce a dare a gnome quel tocco di classe nella veste grafica che ClearLooks e compagni non hanno, ma anche perchè è il primo tema gtk ad essere completamente personalizzabile per via grafica.
 
Murrina Configurator LogoLo strumento per far questo è il cosidetto Murrine Configurator, installabile, dopo averlo scaricato e scompattato, tramite un semplice sudo ./install.sh oppure ancora più facilmente usando il .deb dei repository di 3v1ñ0 (il pacchetto si chiama murrine-configurator). È quindi possibile avviarlo dal Pannello di Gnome, tramite Sistema -> Preferenze -> Configuratore di Murrine (vedi l’icona a lato) ed iniziare a personalizzare i vostri temi con le opzioni descritte precedentemente.

Inoltre, per finire in bellezza, ecco gli ultimi aggiornamenti dal fronte “murrinoso”:

  1. Murrine farà parte (finalmente) del repository Universe di Ubuntu 7.04 aka Feisty Fawn. E’ stata accetta infatti da poco per il fatto che sarà il tema ufficiale della distro UbuntuStudio, tema che strizzerà un pò l’occhio a tuttti voi dark là fuori.
  2. Tra poco uscirà una nuova versione di Murrine che supporterà decisamente in maniera migliore i temi dark inserendo nel gtkrc l’opzione Hilight_Ratio e un valore che permette di sogliare l’ Higlihlight value del tema. (via Cimi 😉 )
  3. Guardando avanti: che dire, sperare che i signori di gnome si sveglino e accettino Murrine, se non come default, almeno come tema/engine opzionale tra i vari Crux e Co.
    Gnome needs also designers not only coders!

Che dire un bel regalo per Natale, no (anche se in ritardo) ?!

iAc alias LizardKing

 iAc alias LizardKing

aDesklets, impariamo ad usarle

aDesklets preview Treviño: «Ecco a voi il primo articolo di Nardin
Salve a tutti, il primo articolo lo dedicherei all’argomento che ha spadroneggiato sul mio vecchio blog, cioè l’articolo sulle adesklets: installazione e funzionamento.

Probabilmente avrete già sentito parlare di gDesklets, per gnome e di karamba o superkaramba, per kde. Sono desklets (chiamate anche «widgets»): piccole applicazioni per lo più utili, dal gradevole aspetto estetico, che visualizzano informazioni delle più svariate: mount di periferiche, orologi, informazioni meteo, countdown, icone e altro ancora.

Io però vi parlerò del loro fratello minore: aDesklets, non gode della stessa notorietà, e non ha lo stesso numero di desklet disponibile, ma gode di una straordinaria leggerezza e bellezza grafica, oltre che della totale indipendenza dall’x-window manager (gnome, kde, fluxbox, xfce ecc…)

I sorgenti come le desklets, sono disponibili dal loro sito ufficiale, ma se avete debian o derivati (i.e. Ubuntu), potete installarle con

apt-get install adesklets

dopo di che, digitate adesklets_installer, per far comparire una piccola interfaccia grafica, attraverso la quale potete installare le vostre adesklets. Una descrizione di esse potete trovarla sempre sul sito ufficiale.

All’avvio dell’installer potrebbe comparire un messaggio del genere :

Traceback (most recent call last):
  File "/usr/bin/adesklets_installer", line 631, in ?
    if globals()[’%sGUI’ % ui](): break
KeyError: ‘TkGUI’

Assieme a soldomik sono riuscito a risolvere il problema. Basta infatti installare il pacchetto python comprensivo di librerie tk, con questo comando :

       apt-get install python-tk
 

Una volta installate, siete pronti a farle comparire sul vostro desktop. La prima differenza dai fratelli maggiori citati prima 😉 è la mancanza di una interfaccia grafica (a parte quella di installazione vista precedentemente). Il file di configurazione principale, si trova nella vostra home, ed è per la precisione ~/.adesklets, ma nella maggior parte dei casi non avrete bisogno di editarlo.

Molto utile è invece, sempre nella vostra home, la directory ~/.desklets, in essa saranno presenti tutte le desklets da voi installate.

Prendiamo ad esempio SystemMonitor, accediamo alla directory SystemMonitor-0.1.3, il file config.txt conterrà la configurazione, potremo in seguito modificarlo.
Digitiamo invece

./SystemMonitor.py

comparirà il messaggio:

Do you want to (r)egister this desklet or to (t)est it?

Premendo "t", verrà avviata la desklet sessione singola, potete provarla, vedere come funziona, e quando volete chiuderla; premendo "r", la desklet verrà registrata nel file ~/.adesklets per un utilizzo futuro.
Lanciando quindi adesklets, si avvierà la sessione con le desklets registrate, nel nostro caso SystemMonitor.

Bella eh?!? Clickateci col destro e scegliete «Move» per muoverla, la posizione che sceglierete verrà salvata in ~/.adesklets.

Così via potete ricrearvi il vostro desktop, con barre stile MacOSX(yub) o altro. Inoltre, potete avviare adesklets assieme alla sessione X (o col vostro Windows Manager), così da non doverlo avviare ogni volta.

Per concludere, ecco alcuni screenshot (click per ingrandirli) tratti dal sito ufficiale:

Nardin

Flash Player per Linux… Un’altra beta!

Tux flash for linuxAncora una nuova Beta (9.0.21.78) per il player ed il plugin Flash 9 di Adobe per gli utenti Linux!
Illudendoci diciamo che i signori di Adobe hanno voluto rispondere ad una nuova release di Gnash (0.7.2) [ma dobbiamo illuderci pareeeeeecchio :(]…

Comunque sia, questa nuova versione include molti fix sopratutto per quanto riguarda l’audio, che in effetti aveva dato qualche problemuccio anche a me (specie nello streaming dei video). Ad ogni modo in questa pagina potete trovare tutte le note di rilascio

Per installarlo potrete usare l’installazione (manuale) a partire dagli archivi di adobe; se invece usate Ubuntu potrete semplicemente aggiungere il mio repository in lista, quindi dovrete fare:

sudo apt-get install flashplugin-nonfree
sudo apt-get install flashplayer-nonfree # solo se volete gflashplayer

Ad ogni modo, vi linko anche direttamente i pacchetti appena sfornati (per edgy, ma sono disponibili anche su dapper):

Vi ricordo ancora che ogni volta che trovate un problema dovrete segnalarlo ad adobe tramite l’apposito Form, questo non potrà che aiutare gli sviluppatori!

 

L’eroe chiamato Linus Torvalds

Linus TorvaldsNoi affiliati del pinguino già lo sapevamo, ma da stasera il nostro “caro babbo” Linus Torvalds dopo aver assunto varie forme (tra cui quella di un omino LEGO® :lol:) è stato selezionato tra gli Eroi del 2006 dal TIME Europe Magazine per la sezione "Ribelli e Leaders" nella quale fa compagnia ai grandissimi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Tutto qui? Beh… No… un post così breve in questo blog non esiste 😀 quindi, tanto per non farvi mancare nulla, vi posto la traduzione della descrizione originale scritta per il TIME da Peter Gumbel

Linus Torvalds

Rilasciando il suo software, il programmatore finlandese si è guadagnato un posto nella storia

Linus Torvalds aveva solo 21 anni quando ha cambiato il mondo. Lavorando nell’appartamento di famiglia, nel 1991 scrisse il kernel di un nuovo sistema operativo per computer chiamato Linux che lui rilasciò liberamente e gratuitamente su Internet chiedendo l’aiuto tutti quelli interessati al suo sviluppo (post di annuncio, ndr).

Oggi, 15 anni dopo, Linux gira su tutto dai supercomputer ai cellulari di tutto il mondo, e Torvalds si è conquistato la fama del padrino dell’open-source, movimento secondo cui sorgenti dei programmi devono essere condivisi e svilupati con un uno sforzo collaborativo piuttosto che essere  tenuti chiusi da un singolo proprietario.

Alcuni dei seguaci di Torvald lo ritraggono come una sorta di anti-Bill Gates, ma il significato di Linux è molto più grande che quello di una semplice pacca alla Microsoft. La collaborazione in certe tecnologie potrebbe comportare un’immenso risparmio di molti costi aziendali, liberando risorse per investimenti più innovativi. Torvalds continua a tenere gli occhi vicini allo sviluppo di Linux ed ha  guadagnato diversi soldi grazie a delle stock options che gli hanno regalato due compagnie che vendono applicazioni commerciali per il suo sistema.

Tuttavia il suo successo non si può misurare in dollari. Gli è stato dedicato un asteroide così come una festa annuale degli informatici. I genitori di Torvalds erano studenti radicali negli anni ’60 e suo padre, un comunista, studiò anche un anno a Mosca. Ciò nonostante è stato il loro figlio che si è dimostrato il vero rivoluzionario di casa.

Bye ^_^

The Treviño Story – Una lista repository sotto “attacco”

Ubuntu Untrusted Repository Wallpaper “gift”Qui a fianco vedrete il famigerato «sfondo col teschio» che ormai alcuni utenti di Ubuntu e Kubuntu Edgy (con una sources.list “arricchita” :roll:) conosceranno…
Ma cos’è successo esattamente?
Qualche giorno fa ho pubblicato, con un po’ di ritardo – per riuscire a fare le cose nel miglior modo, la ormai arcinota Lista Repository (sources.list) per Ubuntu / Kubuntu Edgy Eft, nella speranza di fornire un servizio utile e comodo per gli utenti Ubuntu che volevano arricchire il proprio "parco software" con programmi più aggiornati od altrimenti non disponibili; tra questi repository ne ho aggiunti alcuni, oltre a quelli "convertitesi" ad edgy, che erano sorti da poco tempo (ovviamente, dopo averli controllati ed aver visto che erano ok).
Tutavia tra questi si annidava un repository che poi non si è dimostrato esattamente corretto abusando del proprio "potere" fornitogli dalla mia lista… Lo Ion’s Ubuntu packages, mantenuto da Jοhan Kiviniemi.
Di fatto, Ion ha deciso di sfruttare questa sua nuova “notorietà” pubblicando nel proprio repository dei pacchetti collegati ai desktop ubuntu e kubuntu “arricchiti” per modificare delle impostazioni di sistema (in questo caso, il desktop) per avvertire, a suo modo, la comunità…

Lo sfondo infatti riporta:

«Using untrusted repositories may cause permanent damage to your system»

«Usare repository non fidati può causare danni irreparabili al tuo sistema»

Ed è vero, ma come ho sottolineato nei thread a riguardo, se si vogliono usare fonti alternative bisogna sempre controllare le modifiche che il nostro sistema eseguirà durante gli aggiornamenti (ed infatti io non ci sono cascato…).
Se da una parte è comodo avere fonti alternative per poter mantenere la propria distro più aggiornata, dall’altra è necessario fare attenzione a cosa si fa sapendo che chi detiene un repository può avere il controllo totale sul nostro sistema… E questo l’ho sempre considerato ovvio… Il fatto di riconoscere o meno le chiavi GPG con cui viene firmato un repository non è un azione che deve essere fatta con sufficienza, ma bisogna prima essere sicuri di quello che si fa…!

Ad ogni modo, John ci ha fornito una sua spiegazione del suo gesto scrivendola in una pagina chiamata “The Treviño Story(da cui deriva poi il titolo di questo post…) :angry:; praticamente Ion afferma di aver notato un aumento di contatti (dai ~5 ai ~700) da quando ho pubblicato la lista, ed essendo seccato della cosa mantenendo il repository sul proprio server, ha deciso di creare questi pacchetti “fake” per avvertire l’utenza del rischio che potevano correre…
Se di per sé l’intento può essere considerato abbastanza “nobile”, di fatto il metodo usato è stato davvero pessimo… Al di là del fatto che ha modificato pacchetti base dandogli numeri di versioni enormi (999… Così che fosse difficile rimpiazzarli automaticamente), poteva anche semplicemente mostrare un avviso di debconf avvertendo del rischio… Di certo danneggiava meno persone e riusciva meglio nel suo intento!

Conosciuto il danno, per risolvere questo “hack grafico semplicemente  tornate alla versione originale dei pacchetti modificati…

# Per Kubuntu
sudo apt-get install kubuntu-artwork-usplash/edgy kubuntu-default-settings/edgy

# Per Ubuntu
sudo apt-get install usplash-theme-ubuntu/edgy edgy-wallpapers/edgy
sudo nano "/etc/gconf/gconf.xml.mandatory/%gconf-tree.xml"
# quindi cancellate il suo contenuto
sudo gconftool-2 –shutdown # doppia linetta "-"

Altre informazioni le potete trovare qui.

Morale della favola, usate la lista (che è ripulita così come il pacchetto collegato) a vostro rischio e pericolo, stando attenti a quello che fate ad ogni passaggio…
Tutto dipende da chi gestisce i singoli repository, per ora non era mai successa una cosa simile visto che i mantainer si erano sempre comportati correttamente, ma a quanto pare non tutti sono così… Da parte mia, tutti i miei repository sono e saranno sempre puliti

For English Readers, please read this post.

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